CASTELLARE DI CASTELLINA
Castellina In Chianti SI
www.castellare.it
Un legame atavico unisce la vite alla terra, scandisce un tempo senza tempo fin dagli albori di molte civiltà. Il Sangiovese elegge la propria dimora nelle terre del Chianti, spesso piccoli fazzoletti di terra ne esaltano, quasi sublimano, le doti. Vitigno scontroso, difficile, introverso, un vecchio contadino consumato dal sole e dalla fatica capace d’irripetibili generosità.
Il Castellare di Castellina è un’azienda che nasce su uno dei più splendidi anfiteatri naturali del Chianti Classico, il Sangiovese è essenza, l’interpretazione più pura.
Il nostro incontro ricorda un luminoso pomeriggio d’Aprile, la strada ghiaiosa che conduce al Castellare, apre scorci pennellati di tiepido verde, la primavera respira tra le vigne allineate sui dorsali di colline dolci. Uno sguardo d’insieme racchiude la Val d’Elsa, da San Gimignano a Casole d’Elsa in un abbraccio stretto, un divenire di colline che lentamente sfumano all’orizzonte. L’antica chiesa di San Niccolò domina la valle, ai suoi piedi, racchiuso tra i cipressi, si estende il vigneto più vecchio “I Sodi”, da qui nasce il vino più autorevole dell’azienda “I Sodi di San Niccolò”. Celebre Supertuscan, tra i più conosciuti e apprezzati degli ultimi venti anni, prodotto con Sangiovese e poca Malvasia Nera.
“Sodi”, un omaggio alla cultura toscana, i vecchi contadini chiamavano così i terreni più duri o impervi, lavorati rigorosamente a braccia senza ausilio dei buoi. La terra è sassosa, tipico galestro e alberese con concentrazioni calcaree evidenti anche a occhio nudo, una mineralità di cui il vino fa tesoro. L’esposizione sud, sud-est dei vigneti, permette di carpire una maggiore luminosità e calore che, associata a un’escursione termica importante tra il giorno e la notte, garantisce maturazioni tecnologiche, fenoliche e aromatiche ottimali. Un terroir dall’identità unica nelle sue diversità, caratteri che ogni vino porta nel suo DNA, dal Chianti Classico, alle Riserve, agli IGT e al Vin Santo.
I processi produttivi sono seguiti personalmente dall’enologo Alessandro Cellai entrato a far parte dell’azienda nel 1995. Alessandro è schivo, riservato, un talento da artista che non ama notorietà, una sensibilità capace di mediare e ricomporre in un unico puzzle i tanti elementi che ruotano intorno alla magia di un grande vino, la cura del terreno, l’irruenza del sangiovese, l’incertezza della stagione, la particolare vinificazione, l’utilizzo discreto e impalpabile del legno in affinamento e … una saggezza sorniona!
Qui al Castellare si è fatto vino da sempre ma la svolta decisiva è opera di Paolo Panerai con l’acquisto della proprietà negli anni ‘70. Vero protagonista di un profondo rinnovamento nel rispetto delle tradizioni, a lui si deve il merito di aver “lasciato le cose come stanno”, senza stravolgere la filosofia di una cultura millenaria sulla quale si fonda l’autentico tesoro di questa terra.
Fiorella Chimenti
VERTICALE I SODI DI SAN NICCOLO’ – 15 Aprile 2014
E’ il vino di riferimento, risale al 1979 la prima produzione. La base ampelografica comprende l’85% di Sangiovese e il 15% di Malvasia Nera. La coltivazione della vite è seguita con attenzione, la resa si attesta sui 500 grammi per pianta. La fermentazione è eseguita a bassa temperatura con macerazioni medio lunghe, la malolattica in cemento. L’affinamento avviene in barriques francesi di diversi legni per periodi che variano dai 18 ai 24 mesi, talvolta anche 26, senza filtrazioni e poi circa un anno in bottiglia.
Sull’etichetta è raffigurato ogni annata un uccello diverso scelto tra quelli in via d’estinzione, un messaggio di speranza che speriamo non resti disatteso.
2005
Andamento climatico buono, annata da considerare classica.
Manto rubino con viraggi granati, concentrato, vivace.
La freschezza stuzzica già all’olfatto ammiccando toni minerali e spezie dure. Fave di cacao, mallo di noce e miele. Ottime interazioni con frutti neri e nota fumé di ritorno. L’austerità del territorio si evince anche all’assaggio, conferma una grande vena acida sempre generosa e minerale con espansione tannica sul finale dai ritorni di palpabile mineralità. Austero ed elegante.
94/100
2006
Annata ideale con punte ottimali fra settembre e ottobre.
Ottima concentrazione che valorizza un rubino dai rari ricordi granati.
Bouquet profondo, emozionale. Rintocchi speziati di liquerizia e chiodi di garofano si alternano incessanti a spunti minerali, grafite, cioccolato fondente. Frutti rossi sotto spirito, ciliegia, lampone, erbe aromatiche, effluvi balsamici appena percettibili. L’eleganza firma un assaggio di spessore, intenso, setoso, avvolgente. L’impronta fresca riporta l’attenzione su fragranze fruttate ben articolate nella veste tannica che associa regalità e finezza. Piacevolezza ed eleganza non celano un vino di grande carattere.
97/100
2007
Annata buona con punte molto calde nella seconda metà di agosto.
La diversità dell’annata conferisce al vino una sensazione alcolica più percettibile, opulenza ed estratto disegnano già all’olfatto il suo carattere. Naso masticabile di aromi, frutti rossi e neri, dolci, rotondi, un solitario tocco vegetale rievoca l’olivo, apre poi a spezie incalzanti, vaniglia, cacao, noce moscata, grafite. Impatto gustativo ben fruttato dall’acidità più mite, tessitura tannica in armonica simbiosi all’apporto alcolico che gioca nel contesto un ruolo da prima donna.
93/100
2008
Annata perfetta, macerazioni ottimali.
Ancora veli purpurei su una massa rubino ben concentrata. Il colore lascia intuire profondità aromatiche uniche. Elegantissime le espressioni speziate, dal tabacco dolce al cioccolato. Poi tanto frutto dolce, ciliegia, mora, una viola timida e richiami ancora netti di erbe aromatiche con toni minerali interessanti. Il palato è perfetto, generosamente fruttato e fresco da esaltare un’invitante bevibilità. Il tannino è di carattere, sfida sul finale con irruenza contenuta. Il timbro minerale e fruttato riconduce all’eleganza iniziale e chiude armonico nel suo contesto.
95/100
2009
Ancora purpureo nella sua esibizione.
La dolcezza dei profumi è una carezza all’olfatto, stupiscono l’essenza stemperata di vaniglia e cioccolato nero. Note floreali di iris, viola a mammola, frutto rosso polposo, accenti minerali s’incastrano sul fondo. Bocca di grande espansione, elegantissimo senza riserve. L’apporto acido è vitale ed esalta fragranze fruttate pungenti, l’interpretazione tannica sostiene una struttura signorile con l’apporto alcolico ben gestito. Persistenza animata da dolcezze fruttate che sfumano lente ed eleganti.
96/100
2010
Anteprima assoluta di un’annata non ancora in commercio e che deve fare ancora molti mesi di affinamento in bottiglia.
Una materia prima d’eccezione lascia ben sperare nell’annata storica.
Porpora lucente dove trova espansione una ventata fruttata di notevole intensità, il bouquet è profondo, marcato da un frutto generoso e dolce, amarena, mora, ribes. Cenni floreali di giaggiolo e iris emergono quasi timidi e lasciano il passo a spezie leggerissime che reclamano attenzione. In bocca i profumi prendono corpo, si fondono nel corredo fresco sapido dall’assaggio regale. Tannini bellici e perfetti riecheggiano sul finale lunghissimo, dove piacevolezza ed eleganza ne firmano l’arresto.
97/100