Quando il Brunello diventa arte.
Era il 1975 quando l’avvocato Mastrojanni acquistò i primi poderi di Loreto e San Pio, desiderava produrre un vino tutto suo in un tempo in cui il Brunello era ben lontano da ogni mondanità. Impiantò le prime viti, illuminato più dal coraggio che dalla consapevolezza, il territorio era e rimane inadatto a qualunque coltura, povero di struttura e scarsamente fertile.
Siamo a Castelnuovo dell’Abate, a sud di Montalcino, paesaggi agresti abbracciano la Val d’Orcia al cospetto dell’Amiata, imperante sullo sfondo, in nostalgico silenzio. Colline scoscese, spesso soggette a frane, dalla flora intricata, scarnite dalle piogge che disperdono a valle l’esile terra superficiale in continua formazione. Ma come tutte le più belle favole, il lieto fine sta proprio in questo, un “terroir straordinario” per la vite, in particolare il sangiovese grosso. Il terreno, di origine marina, è caratterizzato in profondità da strati di argille, arenarie, sabbie e ciottoli, una presenza sufficiente di ossigeno permette la formazione di elementi nutritivi. Le radici della vite sono costrette ad affondare in profondità per sopravvivere e, lungo questo cammino, si arricchiscono di preziosi minerali e nutrimenti conferendo all’uva prima e al vino poi, una complessità rara, figlia legittima di una terra unica. I vigneti dell’Azienda si distendono su colline di varie altitudini, dai 150 ai 400 metri s.l.m., dislocati in zone diverse, ognuna con le proprie peculiarità, un alchemico equilibrio di microclimi, terreni, esposizioni ed età delle piante, ancora oggi sono produttive le viti piantate nel 1975. La zona è ben ventilata grazie all’influenza del monte Amiata che protegge il versante anche da pericolose grandinate e temporali.
Il merito di un grande vino non può trascendere da tante piccole verità, parliamo di terroir, parliamo di uomini. Le persone che fanno di una passione un lavoro incarnano l’anima di quest’avventura.
Dal 1992 la famiglia Mastrojanni ha stretto una collaborazione con l’enologo Castelli e subito dopo con l’agronomo Andrea Machetti, protagonista infaticabile delle sorti aziendali, un crescendo inarrestabile di successi in termini qualitativi e d’immagine. Andrea conosce bene questa terra perché è la sua terra, conosce bene ogni pianta perché sono le sue piante. Il sangiovese è nell’anima, una sensibilità che non è accademia, è un dono. Presiede ogni fase produttiva, severo e impietoso critico anche di sé stesso, alla continua ricerca della perfezione estrema.
Dal 2008 l’azienda è stata acquistata dal gruppo Illy cui si deve il grande merito d’importanti innovazioni nel rispetto della tradizione, ciò ha contribuito ad accrescere e affermare un marchio divenuto oggi simbolo d’eccellenza.
Fiorella Chimenti

DEGUSTAZIONE VINI DEL 22/11/2013
ROSSO DI MONTALCINO 2011
Rubino che scintilla, vivace nei toni.
Il naso è subito aggraziato da una ciliegia succosa e invitante, un picco floreale di rosa accelera ancora su un frutto dolce e intenso. Il gusto non lascia dubbi sulla generosità fruttata con una vena acida che ne intensifica i tratti. Struttura decisa, dai tannini ben fatti, prorompenti sul finale. Chiude asciutto e discretamente sapido.
88/100
BRUNELLO DI MONTALCINO 2008
Veste trasparente e vivacissima su tonalità di un granato appena visibile.
Al naso manifesta senza sconti un ventaglio olfattivo ricamato da spezie dolci, tabacco biondo, pepe, liquerizia. Il frutto, inizialmente accennato, regala poi marasche dolci e lamponi, un filo di muschio, fiori appassiti e una lontana nota balsamica. L’assaggio s’impreziosisce di un frutto incalzante, fresco e misurato nella sua sapidità. L’ossatura tannica ostenta virilità, lungo il finale controllato da rintocchi tannici e un frutto sfumato, profondo, di delicata finezza.
93/100
BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA LORETO 2008
Il colore parla di profumo, leggero granato trasparente.
Vivo ed elegantissimo al naso, d’impronta nettamente fruttata, esagerato nell’espressione, quasi voluttuoso, ciliegia, fragola di bosco, sambuco, effluvi di violetta e spezie incoronano il bouquet, incessanti le erbe aromatiche, macchia boschiva, radici. Sul finale un ricordo vagamente mentolato. L’impatto gustativo è delicato ma solo per un attimo, un uragano di freschezza ne permea l’assaggio proponendo un frutto ancora giovanissimo. Un gusto di rara complessità scopre il corpo contenuto, ben incorniciato da tannini che non risparmiano forza. Sapido senza eccessi sul finale regala emozioni che non finiscono neanche dopo l’ultimo sorso. 95/100
BRUNELLO DI MONTALCINO 2009
Splendido rubino attraversato da lampi quasi brillanti.
Massima pulizia e fragranza olfattiva, il frutto esuberante incanta nel bicchiere, ciliegia dolce e macerata, violetta di sottofondo. Timide spezie fanno bella mostra di sé, chiodi di garofano, terra. Al secondo naso il frutto è ancora più dirompente, note di sofisticata dolcezza anticipano attese gustative subito confermate da un grande impatto generosamente fruttato e succoso. La verve acida è perfetta, briosa con sviluppi sapidi. I tannini sono incisivi ma già godibili, perfettamente integrati nel sostegno alcolico che ben defila la struttura. Il finale s’intreccia nella proposizione sapida che ne amplifica il timbro fruttato.
94/100
BRUNELLO DI MONTALCINO VIGNA LORETO 2009
Rubino trasparente dai cenni granati molto vivaci.
Bouquet finissimo, compito, elegante. Anima l’olfatto al primo naso con spezie raffinate, liquerizia, humus, eucalipto. Il frutto rosso è vivo, quasi palpabile, fiori di sambuco appaiono sul fondo. In bocca scandisce una freschezza decisa in armonico profilo con la forza alcolica. Sapido nello scorrere richiama a sé ancora tanto frutto. La trama tannica sfila austera, finissima ed eterea, non pecca d’eleganza e firma sul finale un vino da ricordare.
95/100
BRUNELLO DI MONTALCINO SCHIENA D’ASINO 2008
Granato purissimo, trasparente. Preludio di profumi che non frenano irruenza. Si liberano spezie preziose, leggere, soffuse. Liquerizia, muschio, grafite, mammola. Poi dirompe un frutto rosso netto, marasca ancora viva, lampone macerato. Un insieme penetrante e indissolubile. L’impatto è come ci si aspetta, fervente sotto la spinta fresca, dolce di frutto. Tannino teatrale, dipinto, autorevole, quasi una pietra miliare nella sua struttura. La chiusura è accorata, lunghissima, non lascia spazio a indecisioni. 96/100
BRUNELLO DI MONTALCINO 1985
Granato di apprezzabile vivacità.
L’impianto olfattivo declina al primo naso su toni nettamente evoluti, cuoio, sottobosco, terra, grafite. Si apprezzano poi richiami fruttati, erbe officinali. Al gusto svela una freschezza audace che l’azione sapida rafforza sul finale regalando sinfonie fruttate del tutto godibili. La trama tannica perfetta arresta il suo finale con delicata dolcezza.
93/100
BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 1980
Granato dai toni cupi ma sempre di apprezzata trasparenza ci anticipa un bouquet dai chiari tratti eterei. Elegante il dispiego aromatico nei toni mentolati, ferrosi, richiami di erbe officinali. Raffinato nella sua espressione gustativa con equilibrio fresco sapido sapientemente bilanciato, richiami eterei ed eleganti si arricchiscono di frutto timido. Un tannino dolcissimo incornicia un finale di rara emozione.
93/100
BRUNELO DI MONTALCINO RISERVA 1979
Granato trasparente.
Dal bicchiere si liberano profumi eterei intensi, ruggine, fuliggine, grafite. Accattivante sul fondo un frutto insolito, si avverte la dolcezza della marasca, il richiamo del sambuco. Il sorso incarna la felicità di una sorpresa, ancora ricco nella sua espressione sapida e fresca. La percezione di un tannino vellutato ricama un quadro d’inimitabile espressione. Un pezzo di storia che parla di territorio.
93/100