Panzano si misura con il tempo
15 settembre 2017 – Retrospettiva 1997 e 2007
L’unione dei viticoltori di Panzano ha proposto una bella iniziativa in occasione di Vino al Vino, celebre e affermata rassegna enologica, che vede ogni anno migliaia di partecipanti da ogni angolo del mondo.
Quattordici aziende del territorio hanno proposto in degustazione, riservata agli operatori del settore e giornalisti, i loro vini del 1997 e 2007. Due annate splendide con vini sontuosi e ben definiti.
La sorpresa è stata l’annata 1997, è riuscita a convincere tutti non solo per la sua longevità ma anche per la sua freschezza, vincendo la sfida con il tempo. La maggior parte dei vini proposti aveva mantenuto ancora vive le note fruttate insieme a una sorprendente complessità olfattiva, al gusto si riconferma la sontuosità di Panzano, belli da giovani ed eleganti quando invecchiano. Una componente tannica mai sotto tono, delicata ma sempre presente.
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Convincenti tutti e veramente eccelsi alcuni. Ho deciso di parlare dei produttori che avevano presenti entrambe le annate in degustazione: il 1997 e 2007, un’accoppiata vincente.
Le Cinciole ha proposto il Chianti Classico Riserva Petresco, vino superlativo in entrambe le annate, ma il 1997 ha regalato una grande emozione, ricco e complesso dalla forza inaudita e un’eleganza davvero unica.
Castello di Rampolla con Sammarco 1997 e 2007, mi ha entusiasmato il 1997, vino raffinato, eleganza rara e profonda bellezza.
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Fontodi, con una doppietta di Flaccianello davvero singolare, dimostra di tenere nel tempo presentandosi sempre al meglio in ogni annata. Un 2007 straordinario e un 1997 bello e accattivante
La Massa, come sempre a livelli altissimi, ma leggermente di sotto agli altri tre appena citati.
Meritano a pieno titolo di essere menzionati in un assolo convincente il 2007 di Tenuta degli Dei di Cavalli e il Chianti Classico Riserva Margone del Molino di Grace.
L’iniziativa è stata molto efficace e di grande qualità. Consiglio per la prossima rassegna una degustazione seduta e non i piedi per poter meglio apprezzare vini così importanti. Un giudizio comunque positivo perché ha permesso un approfondimento importante per tutti gli intervenuti, una conferma che Panzano resta a ragione la culla del Chianti Classico.
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Luigi Pizzolato